Testo dell’intervento del professor Hercules Haralambides in versione integrale Dal momento in cui sono arrivato a Brindisi, un anno fa, una delle prime domande che mi sono posto è come mai non si è sviluppato il settore crocieristico nel nostro porto? Una perplessità che partiva dalla considerazione del fatto che il business crocieristico è un settore in forte espansione nel Mediterraneo e che Brindisi è situata proprio al centro del Mediterraneo. Per esempio, negli ultimi anni, a dispetto dei suoi problemi economici, in Grecia il settore crocieristico è cresciuto in maniera esponenziale, fino a due miliardi di dollari l'anno. Porti come Chania a Creta e Gythion nel Peloponneso si sono trovati di fronte ad una crescita considerevole quanto inaspettata. Un altro aspetto che mi ha colpito per la sua unicità, riguardo le potenzialità di Brindisi, è la presenza di un aeroporto internazionale posizionato virtualmente all'interno del nostro porto. Basterebbe una piccola ristrutturazione di una stradina già esistente, per consentire ad un passeggero appena atterrato di salire a bordo di una nave in soli 10 minuti. Brindisi potrebbe così facilmente diventare non semplicemente uno scalo, ma un home port nell'Adriatico. Ne ho già parlato con il management dell'aeroporto del Salento e siamo d'accordo nello sviluppare una strategia comune per uno sviluppo sostenibile del traffico crocieristico a Brindisi. Sebbene porto e aeroporto guideranno questa sfida, è importante coinvolgere tutti gli stakeholders locali e territoriali al fine di coordinare la nostra offerta turistica. Non dovremmo dimenticare che sia il porto che l'aeroporto sono come due 'porte' di una casa e, per raggiungere il successo, è necessario che la casa sia bella e ben costruita da Lecce ad Alberobello e da Otranto a Gallipoli: una regione dall'impareggiabile bellezza naturale ed ospitalità, zone dalle quali in un'ora si raggiunge Brindisi. Tutti a Brindisi parlano di quanto sia bella la nostra città. Tuttavia, sfortunatamente, Brindisi non è una città turistica. È una città poco imprenditoriale, con un alto tasso di disoccupazione; dove i giovani sono costretti a partire per cercare lavoro altrove; e con la cittadinanza che spesso lamenta il fatto di avere una bella città portuale che lavora principalmente con il carbone e con il petrolchimico. Questo è uno dei motivi per il quale ho dato al settore crocieristico alta priorità nei miei programmi. Ritengo che una volta avviata l'attività crocieristica il business a Brindisi si svilupperà fortemente in maniera consequenziale. Così funzionano i mercati, spesso senza dover sviluppare troppe attività di coordinamento o di progettazione. La crescita del settore crocieristico a Brindisi potrebbe trasformare Corso Garibaldi in via Veneto, e il waterfront del lungomare in quello Nizza o di Monaco. Perché no? Sono convinto che i nostri lungimiranti imprenditori si stiano già attrezzando per essere pronti e in tempo. Gli impatti economici del settore crocieristico su un territorio sono davvero significativi. Alcuni ricercatori ritengono che il settore crocieristico abbia un moltiplicatore di 2 su occupazione ed entrate. Altri, più ottimisti, aumentano lo stesso a 4. Ciò significa che per ogni dollaro che l'industria e i suoi passeggeri investe, da 2 a 4 dollari sono generati in termini di entrate e di valore aggiunto. Il 70% rimane nel territorio. Per questo motivo ho fatto dello sviluppo del settore crocieristico una delle mie priorità. Nel nostro nuovo Piano Regolatore Portuale includeremo la realizzazione di un terminal crocieristico a Punta Riso. A tal fine, abbiamo già avviato il lavoro preparatorio. Per questo ci vorrà del tempo. Ma nel frattempo, abbiamo già pubblicato una gara d'appalto per un contratto di servizi per la gestione della stazione crocieristica a Costa Morena est. Abbiamo realizzato una bellissima brochure con la quale abbiamo partecipato alla convention internazionale che ha avuto luogo a Miami il mese scorso. I nostri programmi sono stati apprezzati da tutti gli operatori crocieristici. RCCL ha distribuito la nostra brochure a tutti i suoi dirigenti. Pensate, giá prima della firma del contratto, e prima che la stazione passeggeri sia pronta, il numero degli scali si è raddoppiato, nel 2012 abbiamo programmato 50 scali crocieristici. Una stima prudenziale ci porta a ritenere che nel 2014 dovremmo arrivare a 100 scali. È stato valutato che ogni passeggero che sbarca spende 90 dollari a terra. Con 100 scali all'anno, e con un moltiplicatore delle entrate di 2, si può facilmente immaginare l'impatto di questo sviluppo nella nostra città e nel territorio. Forse ci riusciremo, forse no. Ma comunque almeno ci abbiamo provato con la convinzione di riuscirci. In definitiva non abbiamo tante possibilità di scelta. Personalmente sono estremamente ottimista ed entusiasta.